Un fringe benefit è una forma di retribuzione non in denaro ma in forma o d’uso di beni aziendali (i classici esempi sono auto, cellulare, computer) o di fruizione di servizi (per esempio, corsi di istruzione), a prescindere dal fatto che essi avvengano nell’ambito dell’attività lavorativa. Si genera così un reddito in natura, che si aggiunge allo stipendio del dipendente e che il fisco conteggia.
Il recente art. 40 del D.L. 48 del 4 maggio 2023 prevede anche per questo anno la non concorrenza alla formazione del reddito imponibile entro il limite complessivo di € 3.000, però vengono introdotte delle specificazioni: l’agevolazione spetta solo ai dipendenti con figli a carico e ricomprende l’importo degli eventuali bonus bollette, ovvero le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche dei lavoratori stessi.
Prima dell’erogazione i datori di lavoro devono dare informativa alle rappresentanze sindacali unitarie presenti, mentre i lavoratori devono fornire ai datori di lavoro una dichiarazione del diritto indicando il codice fiscale di ciascun figlio.
Ricordiamo che sono considerati familiari fiscalmente a carico solo i membri della famiglia il cui reddito complessivo sia uguale o inferiore a 2.840,51 euro (€ 4.000 se di età non superiore a 24 anni).
Per i lavoratori dipendenti che non rientrano nella particolare “categoria” prevista, resta confermato il limite di esenzione ordinario di 258,23 euro.
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